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Chi siamo online? Uno spunto di riflessione per il 2019

Fine anno e tempo di bilanci: per la Tata il 2018 è stato un anno elettrizzante, ricco di sfide e soddisfazioni, come ha raccontato lei stessa sul suo profilo Facebook.

Ora però è giunta l’ora di fissare gli obiettivi per il prossimo anno: quali sono i vostri buoni propositi per il 2019? Mettere in fila i propri progetti, scriverli nero su bianco, sulla carta e nel cuore, aiuta a metterli a fuoco e a trovare l’energia per realizzare i propri sogni.

Siccome la Tata lavora con adulti e piccini tra robot tecnologici, strumenti digitali e opportunità della rete, vorrebbe darvi uno spunto di riflessione dal quale partire. Un piccolo ma importante obiettivo per il 2019: vale per lei, ma anche per voi, per tutti noi!

Di cosa stiamo parlando? Del nostro comportamento online e, più in generale, di ciò che siamo online. Il web viene troppo spesso considerato un luogo virtuale dove le nostre azioni non hanno conseguenze, dove possiamo dire e fare ciò che desideriamo senza che questo abbia ripercussioni sul mondo “reale”.

Quante volte navighiamo sui siti, scarichiamo app, lasciamo reazioni e scriviamo commenti, senza riflettere? Vi chiedete mai se il sito che state consultando sia sicuro e affidabile? Sapete che uso viene fatto dei dati che consentite di condividere? E secondo voi i ragazzi come si comportano online?

Secondo un recente studio Ipsos, il 97% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni possiede uno smartphone che usa principalmente per chattare con amici e conoscenti, consultare social network, condividere foto o video, fare acquisti online e tanto altro. L’87% di loro ha almeno un profilo social attivo, ma la media di profili è di 5,4 (no, non è Facebook il più utilizzato da ragazzi e ragazze, ma Whatsapp e Instagram).

Internet, gli smartphone e i servizi online in generale, sono mezzi potentissimi che offrono opportunità prima impensabili, che ci mettono in contatto con persone da tutto il mondo e consentono di ottenere informazioni utilissime per allargare il nostro bagaglio culturale e soddisfare dubbi e curiosità, ma comportano anche rischi e pericoli di cui spesso gli utenti non sono consci, specie i più giovani.

Ragazzi e ragazze nativi digitali utilizzano questi dispositivi con disinvoltura e naturalezza e questo ci può portare a pensare che sappiano utilizzarli benissimo, anzi, spesso, meglio degli adulti. È bene, invece, ricordare che saperli usare dal punto di vista “tecnico” non significa necessariamente conoscere a fondo il loro funzionamento e farne un uso consapevole.

Ma non demonizziamo gli smartphone: come abbiamo detto, sono strumenti e come tali possono essere usati a nostro vantaggio o a nostro svantaggio. È importante informarsi accuratamente, stabilire delle regole e tracciare dei limiti, per i più giovani ma anche per gli adulti.

Regole per marinai esperti

Ragazzi e ragazze, comunque, non sono del tutto ignari dei pericoli e la Tata è convinta che, se accompagnati in una riflessione, siano in grado di riflettere eticamente sul loro comportamento.

Ne ha avuto la prova lo scorso anno, durante un laboratorio di “Web Design” alla scuola media Hack di Carpi: il progetto prevedeva la realizzazione grafica e tecnica del nuovo sito della scuola, curata da un gruppo eterogeneo di alunni dalla prima alla terza media.

Nel corso del progetto, ragazzi e ragazze hanno avuto la possibilità di decidere cosa inserire nel sito, quali informazioni servivano e in che sezione era meglio inserire i materiali, realizzando perfino un nuovissimo logo.

Proprio in quell’occasione, la Tata li aveva invitati a riflettere su “diritti e doveri” degli utenti: chi pubblica in rete ha una responsabilità e dovrebbe sempre chiedersi se ciò che condivide possa avere un impatto negativo sugli altri e come poter navigare in modo sicuro evitando trappole e insidie del web. Ne era uscito un decalogo di buone cyber maniere e consigli utili per tutelare se stessi e gli altri, mantenendo un rapporto propositivo con gli adulti.

Parole O_Stili?

Internet è spesso anche teatro di insulti, diverbi e violenza verbale a cui i minori sono esposti senza filtri. Per contrastare questa negatività, nel 2017, è nato un bellissimo progetto, Parole O_Stili, per sensibilizzare, responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a praticare forme di comunicazione non ostile. Si rivolge a tutti i cittadini e lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni per diffondere pratiche virtuose della comunicazione in Rete.

Sì, perché, come scrivono i promotori sul sito (tutti docenti, copywriter, giornalisti ed esperti di comunicazione di fama nazionale) le parole hanno un potere grande: “Danno forma al pensiero, trasmettono conoscenza, aiutano a cooperare, costruiscono visioni, incantano, guariscono e fanno innamorare. Ma le parole possono anche ferire, offendere, calunniare, ingannare, distruggere, emarginare, negando con questo l’umanità stessa di noi parlanti”.

Anche le parole, quindi, sono strumenti per esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti e come tali vanno usate con consapevolezza. È questione di rispetto e…di stile!

Sul loro portale trovate il loro manifesto, scaricabile in diversi formati, e informazioni utili per sottoscrivere la loro iniziativa o per organizzare eventi di promozione.

Ora siete pronti per stilare la vostra lista di buoni propositi?!

Buon anno e buone feste!

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